APB News

Andrea Enria, numero uno dell’Eba: “Le banche italiane restano tra le più deboli, stress test scelta di chiarezza”

28 Lug, 2016 | Eba, Stress test Eba

Andrea Enria, numero uno dell’Eba: “Le banche italiane restano tra le più deboli, stress test scelta di chiarezza”
La Repubblica

ANDREA ENRIA

Nessuna sentenza, ma “una scelta di chiarezza”. Alla vigilia dell’esito degli stress test, il presidente dell’Autorità bancaria europea, Andrea Enria, precisa in un’intervista a Repubblica quale è il senso degli esami sullo stato di salute delle 51 principali banche europee. Sulle banche italiane, Enria sottolinea che sono stati fatti dei progressi, ma allo stesso tempo il sistema italiano resta più debole rispetto a quello europeo.

Enria spiega l’obiettivo degli stress test di quest’anno

“E’ diverso dal passato: non più spingere a una ricapitalizzazione immediata del sistema, ma dare un input nelle valutazioni di vigilanza che le autorità devono dare sui piani patrimoniali a medio termine delle banche. Questo rende un po’ difficile la comunicazione: è inappropriato dare un’interpretazione meccanicistica, per cui uno vede i risultati e identifica una cifra di capitale mancante”.

Il presidente dell’Eba respinge le accuse di un favoritismo nei confronti delle banche tedesche

“Le banche con modelli di banca d’investimento hanno in generale avuto impatti molto significativi, in alcuni casi più elevati di banche con modelli tradizionali. Questa critica è riportata in Italia con un confronto con le banche tedesche, ma se uno guarda l’impatto patrimoniale sulle banche italiane e tedesche nell’esercizio del 2014, si vede con chiarezza a livello individuale e di sistema, che l’impatto è stato simile, e lievemente più forte per le banche tedesche”.

Come stanno le banche italiane? Per Enria sono stati fatti dei passi in avanti, ma restano più deboli rispetto a quelle di altri Paesi europei

“Il tasso di crediti deteriorati sul totale degli attivi è del 5,7% a livello europeo e 16,6% a livello italiano. Il return on equity (un indice di redditività ndr) è 5,8% a livello europeo e 3,3% a livello italiano. Il coefficiente di patrimonializzazione è 13,4% a livello europeo e 11,4% in Italia. Dunque tutti stanno facendo progressi, però le banche italiane sono in media un po’ più deboli soprattutto sul fronte della qualità degli attivi. I Paesi che hanno sofferto di più durante la crisi – Cipro, Grecia, Slovenia, Portogallo, Irlanda, Ungheria e Italia – hanno un ammontare di attività deteriorate più elevate rispetto ad altri”.