Il Bilancio alla luce degli IFRS9 e il controllo di Gestione delle Banche | Corso base per studenti e neo laureati

Il Bilancio alla luce degli IFRS9 e il controllo di Gestione delle Banche | Corso base per studenti e neo laureati

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Il Bilancio alla luce degli IFRS9 e il controllo di Gestione delle Banche | Corso base per studenti e neo laureati

APB, tramite la sua controllata APB srl, organizza per il 18 – 19 ottobre 2018, alla Università di Bergamo un corso Base indirizzato a coloro che hanno già un minimo di esperienza lavorativa nella funzione Pianificazione e Controllo di gestione o che vogliono iniziare a lavorare in questa funzione, sul tema “IL BILANCIO ALLA LUCE DEGLI IFRS9 E IL CONTROLLO DI GESTIONE NELLE BANCHE”

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Fallimenti in Italia: il miglioramento continua anche nel Q2 2018.

Fallimenti in Italia: il miglioramento continua anche nel Q2 2018.

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Fallimenti in Italia: il miglioramento continua anche nel Q2 2018.

La fotografia del settore tracciata a giugno 2018 da CRIBIS mostra che nel secondo trimestre 2018 il numero di fallimenti in Italia continua a ridursi, registrando -3,6% rispetto allo stesso periodo del 2017.

Tutti i settori migliorano, con punte del -10,7% per le aziende del comparto industriale.

Leggi l’analisi dettagliata:

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Il Business Model nelle banche: impossibile senza un sistema integrato di Controllo di Gestione

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Il Business Model nelle banche: impossibile senza un sistema integrato di Controllo di Gestione

Il processo previsto dallo SREP (Supervisory Review and Evaluation Process), prevede come primo pilastro la definizione del Business Model della Banche e la comprovata dimostrazione della sua sostenibilità in termini economici, patrimoniali e finanziari attuale e nel medio periodo.

L’azienda banca, non solo, a differenza del passato deve illustrare al Regolatore un vero e proprio modello di business (e già questa rappresenta una notevole discontinuità che segna un intervento diretto del Regolatore sulle strategie aziendali) ma deve anche dimostrarne (con elevato grado di accuratezza) la profittabilità.

Andando indietro nel passato si risale alla seconda metà degli anni ’80, quando nelle banche si attuano i primi modelli “divisionalizzati”, andando a creare verticalizzazioni sulle organizzazioni distributive specializzando il business per tipologia di clientela.

Nasce così l’esigenza di disporre di sistemi di rendicontazione che consentano di elaborare il “Value Based Management”, ovvero rendicontazioni per tipologia di segmento commerciale corrette per i costi dei rischi.

Quello che oggi è stato formalizzato da parte dei Regulator e che, in molti casi sta spingendo le banche a mettere in campo progetti di rendicontazione in tal senso, riprende e riporta al centro dell’attenzione i sistemi di controllo di gestione.

Sistemi informatici e teconologici molto più avanzati, dovrebbero permettere oggi di supportare la necessità di regole gestionali sempre più dettagliate, precise e multifunzionali.

I recenti piani industriali dei gruppi bancari italiani ed esteri, indicano molto chiariamente un fattore comune, una sorta di “file rouge”: modello di business con verticalizzazioni e specializzazioni di diversa tipologia (prodotto, clientela, area geografica, etc.) che operino in modo sinergico al fine di massimizzare la creazione di valore complessiva.

Si possono prendere in considerazione a titolo di esempio, i piani strategici di tre gruppi bancari “omogenei” e con rilevanti quote di mercato come quelli riportanti nell’immagine (analisi personale svolta su diverse realtà italiane e internazionali a Gennaio 2018).

La rendicontazione, in chiave Value Based Management, richiede sistemi di controllo di gestione integrati a livello di gruppo e, in particolare, seppelliscono definitivamente i procedimenti a “flussi netti” a favore di quelli a “flussi lordi”.

Il controllo di gestione a “flussi netti” , utilizzato in origine per la rendicontazione del Margine di Intermediazione di Filiale, prevede che le operazione di raccolta e impiego (così come le componenti di redditività) si nettino a livello di singolo centro di profitto, facendo così collassare le risultanze patrimoniali ed economiche in una unica dimensione di analisi.

La filosofia dei “flussi lordi” si basa sulla contabilità a partita doppia (contabilità analitica) regisrando le poste in Dare e in Avere. Ciò fa si che a fronte di una posta di impiego erogata da un centro di profitto si configuri una posta “figurativa” identica con segno opposto.

In tal modo il Centro di Profitto deputato alla gestione del funding e dei rischi finanziari (tipicamente identificato con il Pool di Tesoreria) registra la posta figurativa di finanziamento interno per l’impiego erogato dalla rete commerciale.

Così facendo redditività e rischi vengono trasferiti, a livello di “mattoncino” elementare del dato ai rispettivi responsabili.

Tale tecnica è stata implementata nel corso degli ultimi anni solo per la parte che serve ai fini della rendicontazione delle rete commerciale (ovvero la filosofia è quella dei flussi lordi ma in pratica l’impianto tecnico non prevede la gestione in partita doppia), non registrando vere e proprie operazioni di Dare/Avere.

Questo limitazione deve essere superata se si vuole disporre di un sistema di controllo di gestione in grado di rendicontare modelli di business integrati, flessibili e multidimensionali.

La creazione, di fatto, della contabilità analitica a partita doppia è l’unica modalità che consente di vedere il medesimo dato elementare, aggregato da diversi punti di vista e di analisi in funzione che si voglia vedere una linea di business, una parte di una linea di business incrociata con un altra (o con altre dimensioni come le zone geografiche) piuttosto che singoli prodotti riaggregati su business differenti.

La complessità delle organizzazioni e l’aumentare dei rischi da gestire da parte delle banche, ha fatto si che anche le cosidette “strutture centrali” necessitino di strumenti di rilevazioni integrati nel sistema di rilevazione gestionale complessivo. Considerati anche loro “Centri di Profitto” (rispetto alla tradizionale classificazione di Centri di Costo) devono essere responsabilizzati in una logica di creazione del valore singolarmente e in sinergia con il resto del business. Ecco che a questo punto può avvenire che parte della reddittività generata, ad esempio, da una struttura come la Finanza possa essere utilizzata per favorire campagne commerciali per altri prodotti.

Solo una rendicontazione a “flussi lordi” permette la corretta rilevazione di tali fenomeni garantendo la riconciliazione finale e la quadratura dei flussi a livello totale che, non dimentichiamo, deve sempre fare il Bilancio della banca.

I “flussi lordi” portano il controllo di gestione al centro delle architetture e dei processi di pianificazione, controllo e risk management e da qui occore ripartire tempestivamente.

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Ivano Traina

Dirigente Bancario | Responsabile del Controllo di Gestione | Formatore

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Consultation on draft Guidelines on outsourcing (EBA/CP/2018/11)

Consultation on draft Guidelines on outsourcing (EBA/CP/2018/11)

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Consultation on draft Guidelines on outsourcing (EBA/CP/2018/11)

The European Banking Authority (EBA) launched today a public consultation on its draft Guidelines on outsourcing. These Guidelines, which review the existing CEBS Guidelines on outsourcing published in 2006, aim at establishing a more harmonised framework for outsourcing arrangements of all financial institutions in the scope of the EBA’s action. The draft Guidelines provide a clear definition of outsourcing and specify the criteria to assess whether or not an outsourced activity, service, process or function (or part of it) is critical or important. In particular, the revised Guidelines cover credit institutions and investment firms subject to the Capital Requirements Directive (CRD), but also payment institutions subject to the revised Payment Services Directive (PSD2) and electronic money institutions subject to the e-money Directive. The consultation runs until 24 September 2018.

Over the recent years, there has been an increasing tendency by institutions to outsource activities in order to reduce costs and improve flexibility and efficiency. In the context of digitalisation and increasing importance of information technology (IT) and financial technologies (FinTech), financial institutions are adapting their business models, processes and systems to embrace such technologies. Outsourcing to cloud service providers gained rapidly importance in many industries. Overall, IT has become one of the most prevalent outsourced activities. Outsourcing is also relevant in the context of gaining or maintaining access to the EU financial market. In particular, third country institutions may set up subsidiaries or branches in the EU in order to get or maintain access to EU financial markets and infrastructures, while the parent institution would provide a material part of the business activities.

The revised Guidelines deal with the responsibilities of the management body for the establishment of an appropriate framework for outsourcing, its implementation and application in a group, the due diligence process and risk assessment before entering in such arrangements. The Guidelines also clarify aspects related to the contractual arrangements, the monitoring and documentation of outsourcing arrangements as well as the supervision by competent authorities.

Against this background, the Guidelines specify that the responsibility of the institution’s management body can never be outsourced. Outsourcing must not lead to a situation where an institution becomes a so-called ‘empty shell’ that lacks the substance to remain authorised. Institutions must remain able to oversee all risks and to manage outsourcing arrangements. Institutions should be able to effectively control, challenge the quality and performance of outsourced processes, services and activities, and carry out their own risk assessment and ongoing monitoring.

The Guidelines set up a framework for the due diligence process of institutions with the objective of ensuring that functions are only outsourced to reliable service providers so that the ongoing provision of services and compliance with regulatory requirements is ensured. Institutions must ensure audit and access rights in written outsourcing agreements both for themselves and for competent authorities and are required to maintain a register of all outsourcing arrangements.

Consultation process.

Comments to this consultation can be sent to the EBA by clicking on the “send your comments” button on the consultation page. Please note that the deadline for the submission of comments is 24 September 2018.

A public hearing will take place at the EBA premises on 4 September 2018 from 10:00 to 12:00 UK time. All contributions received will be published following the end of the consultation, unless requested otherwise.

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Legal basis and next steps
These draft Guidelines have been developed according to Article 74 of Directive 2013/36/EU, which mandates the EBA to further harmonise institutions’ governance arrangements, processes and mechanisms across the EU, Directive 2015/2366/EU, Directive 2009/110/EC and Article 16 of Regulation (EU) No 1093/2010. The Recommendations on outsourcing to cloud service providers have been fully integrated in the EBA draft Guidelines on outsourcing and will be repealed when the Guidelines enter into force.

The EBA Guidelines will apply to competent authorities across the EU, as well as to institutions on a solo and consolidated basis, payment institutions and electronic money institutions.

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www.eba.europa.eu

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Dati Cumulativi delle principali BANCHE INTERNAZIONALI e piani di stabilizzazione finanziaria.

Dati Cumulativi delle principali BANCHE INTERNAZIONALI e piani di stabilizzazione finanziaria.

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Dati Cumulativi delle principali BANCHE INTERNAZIONALI e piani di stabilizzazione finanziaria.

Indagine annuale sulle principali banche aventi sede in Europa, Giappone, Stati Uniti e Cina (Luglio 2018) – A cura di « R & S »

Indagine statistica condotta da R & S sulle principali banche internazionali
Indagine annuale sulle principali banche aventi sede in Europa, Giappone, Stati Uniti e Cina. Le imprese sono considerate a livello di Gruppo e vengono elaborati dati aggregati sui conti economici, sugli stati patrimoniali e sui principali indici di bilancio. Gli esercizi considerati sono quelli dal 2007 al 2016. L’introduzione commenta alcuni principali aspetti. Approfondimenti tematici riguardano le landesbanken tedesche. Una parte dell’indagine specifica la metodologia seguita nelle elaborazioni e nella selezione delle imprese. Dal 2009 è disponibile un quadro sinottico dei principali piani di stabilizzazione varati dai governi a favore degli istituti di credito europei e statunitensi (dicembre 2013). L’indagine sui dati di bilancio è oggetto di un sintetico aggiornamento sulla base dei dati semestrali relativamente ai soli maggiori istituti europei (dicembre 2017).

L’opera è disponibile gratuitamente in formato pdf (download).

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