Nuove Disposizioni Banca d’Italia per la raccolta del risparmio dei soggetti diversi dalle banche

Nuove Disposizioni Banca d’Italia per la raccolta del risparmio dei soggetti diversi dalle banche

Banca d’Italia ha pubblicato le nuove Disposizioni per la raccolta del risparmio dei soggetti diversi dalle banche, che entreranno in vigore a partire dal 1° gennaio 2017.

Le maggiori novità riguardano il “prestito sociale”, ossia la raccolta del risparmio che le società cooperative possono effettuare presso i propri soci. Viene inoltre ribadito il divieto per i soggetti diversi dalle banche di effettuare “raccolta a vista”, attività che rimane riservata solo alle banche. Le disposizioni contengono anche una sezione dedicata al social lending (o lending based crowdfunding), strumento attraverso il quale i soggetti interessati possono richiedere a potenziali finanziatori, tramite piattaforme on-line, fondi rimborsabili per uso personale o per finanziare un progetto.

Provvedimento Banca d’Italia 8 novembre 2016

© Bancaria Consulting S.r.l.

 

Report EBA sull’attuazione dell’IFRS 9 e sul suo impatto per il mercato bancario europeo

Report EBA sull’attuazione dell’IFRS 9 e sul suo impatto per il mercato bancario europeo

L’Autorità Bancaria Europea (EBA) ha pubblicato un nuovo documento contenente alcune osservazioni – qualitative e quantitative – sulla prima valutazione d’impatto dell’IFRS 9 per il settore bancario europeo. Questo esercizio ha permesso all’EBA di comprendere in maniera più approfondita come le istituzioni finanziarie si stiano preparando all’adozione di tali standard. Inoltre l’EBA ha enunciato alcune raccomandazioni rilevanti, riguardanti, in particolare, l’interazione tra l’IFRS 9 e il quadro prudenziale esistente.

Dal punto di vista qualitativo, il report sottolinea come nel dicembre 2015 le banche si trovassero ancora in una fase preliminare di attuazione dei nuovi standard. Il documento inoltre evidenzia come alcune banche abbiano intenzione di disporre una serie di test al fine di valutare la corretta attuazione degli IFRS 9. Infine – dal punto di vista quantitativo – si evidenzia come l’impatto dei nuovi standard sarà determinato, in larga misura, dai nuovi requisiti sull’ impairment.

EBA Report on impact assessment of IFRS9

Diritto Bancario
Report EBA sull’attuazione dell’IFRS 9 e sul suo impatto per il mercato bancario europeo

Consultation EBA on ITS amending Implementing Regulation (EU) No 680/2014 with regard to operational risk and sovereign exposures (EBA-CP-2016-20)

The European Banking Authority (EBA) published today for consultation revised Implementing Technical Standards (ITS) on supervisory reporting. The proposed amendments concern new requirements for the reporting of information on sovereign exposures and changed requirements for the reporting of operational risk data. The standards on supervisory reporting aim at collecting information on institutions’ compliance with prudential requirements in a consistent way and need to be updated whenever prudential or supervisory requirements change. This consultation runs until 7 January 2017.

Information on sovereign exposures was crucial in the past and is becoming even more important now that the treatment of sovereigns is under review. The proposed draft ITS include additional information on sovereign exposures as the currently available data suffers from several shortcomings, which has required, so far, to resort to ad-hoc collections from Competent Authorities.

Considering the significant increase in institutions’ costs stemming from operational risk events and the significant impact on profitability, these draft ITS also propose improvements to the reported information on operational risk. These changes will allow supervisors to monitor the losses due to this risk and to analyse the drivers behind the events triggering such material losses.

Comunicazione e testo del documento

Report EBA sull’attuazione dell’IFRS 9 e sul suo impatto per il mercato bancario europeo

In consultazione un documento EBA sul nuovo regime prudenziale per le imprese di investimento

L’Autorità Bancaria Europea (EBA) ha pubblicato in consultazione la risposta al quesito posto dalla Commissione Europea riguardante il progetto di un nuovo regime prudenziale per le imprese di investimento non-sistemiche, il quale risulta essere strutturato alla luce delle tipologie di rischio e dei modelli di business di tali soggetti. Tale progetto ha lo scopo di prevedere un quadro unico e armonizzato di requisiti regolamentari che siano semplici, proporzionati e ragionevoli con riferimento alla natura delle imprese di investimento e delle loro attività di mercato.

A tal riguardo, l’EBA raccomanda che il nuovo quadro regolamentare si focalizzi sui rischi che le imprese di investimento possono comportare per i clienti e per l’intergrità e la liquidità del mercato. Sul punto, l’EBA propone di calcolare i requisiti di capitale sulla base di fattori di capitale da attribuire ad una di queste due tipologie di rischio. Il documento, inoltre, prevede tre alternative possibili riguardanti i requisiti di liquidità che le imprese di investimento dovrebbero essere tenute a rispettare e che dovrebbero risultare maggiormente appropriate rispetto ai requisiti, oggi previsti, sulla copertura di liquidità (LCR) e sul finanziamento netto stabile (NSFR).

Discussion Paper on a new prudential regime for Investment Firms (EBA-DP-2016-02)

Diritto Bancario
Nuove Disposizioni Banca d’Italia per la raccolta del risparmio dei soggetti diversi dalle banche

Le banche italiane less significant: situazione e vigilanza

Al 30 giugno 2016 le less significant institutions (LSI) italiane, vigilate direttamente dalla Banca d’Italia nell’ambito del meccanismo di vigilanza unico europeo (SSM), erano 462, di cui 355 banche di credito cooperativo (BCC). Alle LSI facevano capo circa 8.700 sportelli e 74.000 dipendenti bancari in Italia, su un totale di circa 29.000 sportelli e 292.000 dipendenti per l’intero sistema bancario italiano; alle LSI, inoltre, era riconducibile una quota del totale attivo del sistema pari al 18 per cento. Il valore del totale attivo per una LSI era in media di poco superiore a un miliardo, contro 165 miliardi per una significant institution (SI) media.
Alla stessa data il coefficiente relativo al patrimonio di migliore qualità (CET1 ratio) delle LSI era mediamente pari al 15,5 per cento, circa 4 punti percentuali in più rispetto al 2011 (l’analogo dato per le SI era 11,7 per cento e faceva segnare 3 punti percentuali in più nel periodo considerato). Il rapporto tra il complesso delle esposizioni deteriorate (al netto delle rettifiche di valore) e il totale dei prestiti (NPL ratio) era pari in media al 12,5 per cento (10,5 per cento per le SI). Il relativo tasso di copertura (coverage ratio) era mediamente pari al 43,6 per cento, (46,6 per cento quello delle SI); tra le LSI si registra peraltro in media un maggiore ricorso alle garanzie. L’aumento del tasso di copertura registrato in media dalle LSI negli ultimi anni è stato nettamente più elevato che per le SI. Nel primo semestre del 2016 la redditività delle LSI, al netto di effetti straordinari, è risultata in linea con quella delle SI. Il rapporto tra i costi operativi e il margine di intermediazione (cost-income ratio) è risultato sostanzialmente analogo per LSI e SI.
In sintesi, le LSI italiane registrano un maggior grado di patrimonializzazione rispetto alle SI; altri “parametri vitali” – qualità del credito, redditività – risultano nel complesso allineati per i due insiemi; alcuni disallineamenti sono riconducibili a differenze strutturali. L’analisi delinea pertanto un quadro di complessiva stabilità per il sistema delle LSI, analogo a quello delle SI.
Emerge altresì che alcuni ben noti fattori di debolezza – la scarsa redditività, l’elevata incidenza delle esposizioni deteriorate – caratterizzano entrambe le categorie di banche, che devono pertanto adottare le necessarie azioni correttive, a cominciare dal contenimento dei costi e dalla ricerca di maggiore efficienza. Tali azioni devono essere tanto più concrete, rapide e incisive tra le banche che presentano uno “stato di salute” significativamente peggiore della media. L’azione della vigilanza su questi casi è più intensa. Alcuni sono in via di risoluzione, altri tuttora in fase di gestione. Nel caso delle BCC, la recente riforma del settore rappresenta un elemento fondamentale della soluzione di alcuni limiti della categoria (in primo luogo la difficoltà a incrementare l’apporto di capitali di rischio).
ALLEGATI
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Banks’ internal rating models – time for a change? The “system of floors” as proposed by the Basel Committee

Andrea Resti presenta al Parlamento Europeo i risultati di una sua analisi approfondita Su Banks’ internal rating models – time for a change? The “system of floors” as proposed by the Basel Committee

Il commento di Andrea postato su Linkedin : Domattina a Bruxelles per spiegare a Europarl perché Basilea sbaglia ad uccidere i rating interni

Auguri di cuore e buon lavoro a chi si espone per sostenere le proprie idee.